“Le modifiche apportate lo scorso anno al
Disciplinare di produzione del Parmigiano Reggiano - puntualizza il
direttore di Araer, Claudio Bovo
– ne contemplano una in base alla quale la produzione del nostro Re dei
Formaggi, in futuro, dovrà avvenire solo con latte proveniente da vacche
nate e allevate all’interno del Comprensorio. Un aspetto molto
importante che ci ha suggerito l’idea dell’Asta, un’iniziativa che
intende contribuire alla valorizzazione degli allevamenti, offrendo agli
allevatori la possibilità di acquistare solo animali iscritti al Libro
genealogico, sottoposti ai controlli funzionali da parte dei tecnici
Araer, morfologicamente perfetti e in linea con tutti i requisiti
previsti in materia di benessere animale e stato sanitario”.
Le bovine che verranno battute all’Asta dovranno
arrivare presso la sede del Consorzio Agrario di Parma entro le ore 17
del 1 dicembre. Lì verranno prese in consegna dai tecnici Araer che
provvederanno alle operazioni di mungitura e alla successiva analisi del
latte per stabilire i tenori di grasso, proteine, cellule somatiche,
lattosio e inibenti. Anche la toelettatura delle bovine rappresenterà un
momento molto importante e sarà curata da personale appositamente
selezionato. Infine, per avvalorare sempre più il concetto di continuità
e coinvolgimento delle nuove generazioni, ai ragazzi del Dairy Club
verrà assegnato il ruolo di conduttori delle bovine che sfileranno
davanti al pubblico e al banditore.
“In altre regioni come il Trentino Alto Adige –
conclude il direttore di Araer – l’Asta delle bovine è una prassi ormai
consolidata. Possiamo affermare che per noi si tratta di un esperimento
in cui crediamo molto per i motivi che ho elencato prima. Confidiamo
nella buona riuscita dell’iniziativa, prima tappa di un nuovo percorso
pensato e realizzato, ancora una volta, a vantaggio degli associati
Araer”. Gli allevatori interessati a vendere all’Asta
alcune delle bovine del loro allevamento, purchè in linea con i
requisiti previsti, possono contattare i tecnici di riferimento Araer
per ottenere ulteriori informazioni e avviare successivamente le
procedure di partecipazione.
“La provincia di Parma è la prima per numero di
capi in produzione per il
Parmigiano Reggiano. L’occasione di ospitare la prima edizione
dell’Asta delle bovine da latte nate e allevate all’interno del
Comprensorio del Parmigiano Reggiano riveste per noi un ruolo di estrema
importanza”. Così
Giorgio Grenzi, presidente
del Consorzio agrario
di Parma, a commento di quello che si profila come uno dei
più importanti eventi zootecnici annuali dell’Emilia Romagna. L’appuntamento con la
prima Asta delle bovine da latte
nate e allevate nel Comprensorio del Parmigiano Reggiano,
organizzata e gestita
dall’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer) è
fissato per sabato 2 dicembre,
presso la stalla ex Centro tori
Parma del Consorzio agrario di Parma in via Jones Melvin 15, a partire
dalle ore 10. “Il
Consorzio, che oltre ad ospitare l’iniziativa organizzata da
Araer la patrocinerà,
ha sempre avuto una particolare
attenzione per la zootecnia – sottolinea Grenzi -
anche in considerazione del fatto che nella provincia di Parma si
produce il maggior numero di forme di
Parmigiano Reggiano e gli
allevamenti vantano un livello di innovazione e tecnologia tra i più
avanzati. La nostra storia ultracentenaria ha fatto del radicamento al
territorio uno dei suoi capisaldi, ma nel corso del tempo ha saputo
anche evolversi e individuare quei cambiamenti fondamentali per rimanere
sul mercato con proposte in grado di rispondere alle esigenze dei
clienti. Ecco allora che il nostro mangimificio, capace di produrre ogni
anno circa 1,5 milioni di quintali di mangimi, oggi propone una
produzione totalmente non ogm ottenuta utilizzando materie prime di
esclusiva provenienza italiana.
Una scelta che va nella direzione della massima salubrità e orientata a
costruire una filiera totalmente italiana”. Il Consorzio agrario di Parma vanta una base
sociale molto ampia, vicina ai
4.500 soci, ed è in grado di fornire tutti i mezzi tecnici e
meccanici necessari allo svolgimento dell’attività allevatoriale. “La percezione che stiamo registrando da parte
degli allevatori in queste settimane che precedono l’appuntamento del 2
dicembre – continua Grenzi – è di grande entusiasmo. Segno evidente che
l’esigenza di un evento di
questo tipo c’era. E noi, come Consorzio, non possiamo che esserne
contenti perché non solo la compravendita attraverso l’asta può
garantire determinate caratteristiche del bestiame in tema di sanità e
benessere animale oggi divenute imprescindibili, ma permette di
stimolare l’aspetto economico legato alla linea vacca-vitello, puntando
soprattutto a rivitalizzare con un’azione capillare e costante quelle
zone di collina e montagna che sono state in parte abbandonate dalla
zootecnia o rischiano di esserlo. È vero che le modifiche al Regolamento
del Disciplinare di produzione del
Parmigiano Reggiano devono
ancora essere approvate – conclude Grenzi – ma non dimentichiamo che la
decisione di trasformare il latte ottenuto solo da bovine nate e
allevate all’interno del Comprensorio del Parmigiano Reggiano
rappresenterà presto un obbligo che richiederà maggiori garanzie e
tutele a vantaggio del consumatore”. Intanto, oltre alla parte strettamente
organizzativa dell’evento, proseguono i lavori di allestimento presso la
stalla ex Centro tori del Consorzio agrario di Parma dove gli animali
potranno trovare una collocazione confortevole e idonea al loro
ricovero, un adeguato spazio per la loro toelettatura e un ring
funzionale e ben organizzato affinchè i potenziali acquirenti possano
attentamente valutare le bovine che verranno battute all’Asta.
Pochi giorni ci separano
dalla prima Asta delle bovine nate e allevate nel Comprensorio
del Parmigiano Reggiano, organizzata dall’Associazione regionale
allevatori dell’Emilia Romagna (Araer) grazie alla disponibilità del
Consorzio Agrario di Parma. L’appuntamento infatti si terrà nella città
emiliana il 2 dicembre 2017 presso
la Stalla ex Centro Tori in via Jones Melvin 15, a partire dalle ore 10. Si tratta di un’iniziativa che in Emilia Romagna
non ha precedenti e che intende rispondere a una esplicita esigenza
giunta proprio dagli allevatori. “Il nostro patrimonio zootecnico è un valore che
nel corso degli anni ha saputo conquistare sempre maggiore importanza –
dichiara il presidente di Araer, Maurizio Garlappi – Lo dimostra in
primis la qualità del latte prodotto, frutto di una selezione genetica
che ha puntato tutto sulla produttività, sulla fertilità e sulla
longevità del bestiame”. Caratteristiche che hanno permesso di raggiungere
traguardi importanti e che trovano nella trasformazione
lattiero-casearia, Parmigiano Reggiano in primis
non a caso ritenuto il Re dei Formaggi, la loro migliore
espressione. Territorio, genetica, sanità. In vista
dell’approvazione delle modifiche al Disciplinare di produzione del
Parmigiano Reggiano, che prevedono l’allevamento di bovine nate e
allevate all’interno del Comprensorio, l’iniziativa che sta realizzando
Araer si inserisce a pieno titolo in quel progetto di innovazione e
valorizzazione alla base di un processo in cui la competitività riveste
un ruolo da protagonista. “Le modifiche previste al Disciplinare di
produzione del Parmigiano Reggiano – continua il presidente Araer –
circoscriveranno di fatto l’allevamento delle bovine che producono latte
per questa eccellenza del made in Italy ai soli confini del comprensorio, che comprendono le
provincie di Parma, Reggio Emilia, Modena e in parte Bologna e Mantova
dove finora, invece, ogni anno arrivano da fuori regione diverse
migliaia di capi i quali, dopo un periodo di quarantena, possono entrare
in produzione. Bestiame necessario anche e soprattutto alla rimonta. A
questo proposito, va ricordato che le opportunità oggi esistenti grazie
all’utilizzo del seme sessato
permettono di preventivare numeri fino a qualche tempo fa impensabili.
Ragion per cui, raccogliendo quella che si è manifestata sempre più come
un’esigenza degli allevatori, abbiamo pensato di dare avvio a un
percorso per noi nuovo che è quello delle Aste, iniziativa che in altre
regioni come il Trentino Alto Adige, pur avendo produzioni diverse,
è consolidato da tempo con ottimi
risultati”. Per il presidente Garlappi gli elevati livelli
sanitari del bestiame in produzione per il latte destinato al Parmigiano
Reggiano, uniti a una genetica di prim’ordine sono elementi che devono
trovare sul territorio le risposte più appropriate perché “il nostro
obiettivo è duplice – conclude – da un lato vogliamo stimolare la
genetica, dall’altro creare tra gli allevamenti dei nostri soci le
migliori opportunità tra
domanda e offerta, in un costante percorso di crescita professionale in
cui tradizione e innovazione rinsaldino un legame comunque
inscindibile”. Le 30 bovine che parteciperanno all’Asta provengono
da 9 allevamenti, gran parte dei quali sono associati alla cooperativa
Copal la cui collaborazione nell’allestimento dell’iniziativa si è
rivelata preziosa e fondamentale.
Mancano pochi giorni alla prima Asta delle Bovine
nate e allevate nel Comprensorio del Parmigiano Reggiano. Presso la Stalla ex Centro Tori del Consorzio
agrario di Parma infatti, sabato prossimo 2 dicembre, a partire dalle
ore 10 si terrà un appuntamento inedito nel panorama zootecnico
dell’Emilia Romagna. L’Associazione regionale allevatori dell’Emilia
Romagna (Araer) ha organizzato l’evento e il Consorzio Agrario,
cogliendo l’importanza dell’iniziativa, ha contribuito mettendo a
disposizione le proprie strutture. Una trentina i capi, di razza Frisona e Bruna, che
verranno battuti all’Asta. Tutti provengono da 10 allevamenti in gran
parte associati alla cooperativa Copal che ha fornito un importante
contributo all’allestimento dell’evento. Nel dettaglio, le bovine che verranno battute
all’Asta saranno 3 vitelle; 7
manzette non gravide; 5 manze gravide (fecondate da almeno 3 mesi); 15
vacche in lattazione che abbiano una conta di cellule somatiche
inferiore a 300mila. La selezione degli animali è stata particolarmente
rigorosa ed è stata condotta dai tecnici Araer in base al Regolamento
dell’Asta, peraltro consultabile su questo sito. Come ha ricordato il presidente dell’Associazione
regionale allevatori dell’Emilia Romagna, Maurizio Garlappi, l’Asta
delle bovine nate e allevate nel Comprensorio del Parmigiano Reggiano
non rappresenta solo un’esigenza manifestata dagli associati, ma
risponde pienamente a quanto prevedono le modifiche al Disciplinare di
produzione del nostro più importante formaggio a pasta dura, attualmente
in attesa di essere approvate: esse riguardano infatti l’utilizzo di
latte ottenuto solo da bovine nate e allevate all’interno del
Comprensorio. Anche per il Consorzio del Parmigiano Reggiano,
dunque, l’Asta organizzata da Araer riveste un ruolo di indubbia
importanza. Ce lo conferma il presidente, Nicola Bertinelli. “Guardiamo a questa iniziativa come a un evento
molto positivo – afferma il numero uno del Consorzio del Parmigiano
Reggiano – l’Assemblea del Consorzio ha recentemente votato a
larghissima maggioranza, oltre il 95%, la proposta di modifica del
Disciplinare che prevede l’obbligo di avere nella filiera del Parmigiano
Reggiano solo vacche nate e allevate all’interno del Comprensorio.
Servirà ancora tempo, almeno un anno e mezzo, per ottenere
l’approvazione definitiva di tale modifica. Tuttavia l’iniziativa
dell’Asta rappresenta un elemento anticipatore che può aiutare a creare
attenzione e consapevolezza nella filiera su un tema molto sentito anche
dai consumatori”.
Stefano
Bonaccini, presidente della
Regione Emilia Romagna, interverrà alla prima edizione
dell’Asta delle bovine nate e
allevate nel Comprensorio del Parmigiano Reggiano che si terrà
sabato 2 dicembre, a partire
dalle ore 10, presso la
Stalla ex Centro Tori del Consorzio agrario di Parma, in via Jones
Malvin 15. L’iniziativa, che per il comparto zootecnico
regionale rappresenta una novità assoluta, è stata organizzata
dall’Associazione regionale
allevatori dell’Emilia Romagna (Araer) in collaborazione con il
Consorzio agrario di Parma,
che intuendone l’importanza ha messo a disposizione per l’occasione le
sue strutture. Trenta le bovine, di razza
Frisona e Bruna,
che verranno battute all’Asta provenienti da una decina di
allevamenti perlopiù associati alla
cooperativa Copal. Per il presidente Araer,
Maurizio Garlappi, l’Asta
delle bovine nate e allevate all’interno del Comprensorio del Parmigiano
Reggiano risponde a un’esigenza degli allevatori anche in vista
dell’approvazione delle modifiche al Disciplinare di produzione del
nostro Re dei formaggi. Modifiche che, una volta approvate,
prevederanno che il latte da cui
ottenere il Parmigiano Reggiano dovrà provenire solo da vacche nate e
allevate all’interno del Comprensorio, vale a dire le province di Parma,
Reggio Emilia, Modena, sponda sinistra del fiume Reno per la provincia
di Bologna e sponda destra del fiume Po per quella di Mantova. “Il nostro è un duplice obiettivo – sottolinea
Garlappi – da un lato vogliamo stimolare la
genetica del nostro bestiame,
dall’altro creare negli allevamenti dei nostri associati le migliori
opportunità tra domanda e offerta per arrivare a garantire i
più elevati standard di rimonta”. Un’iniziativa, quella dell’Asta, che il presidente
del Consorzio del Parmigiano Reggiano,
Nicola Bertinelli, giudica
molto positiva e in grado di aiutare allevatori e caseifici a tradurla
in opportunità di impresa “perché riuscire ad ottenere il 100% di bovine
in produzione nate e allevate all’interno del Comprensorio – dichiara –
permetterà di comunicare con notevole efficacia il legame unico con il
territorio che tanti altri formaggi sostitutivi del
Parmigiano Reggiano non hanno
e non possono immaginare di avere, confermando in questo modo
un’ulteriore valorizzazione del prodotto”. “Attraverso lo strumento dell’Asta gli allevatori
hanno la possibilità di acquistare solo animali iscritti al Libro
genealogico – sottolinea Claudio Bovo, direttore dell’Associazione regionale allevatori
dell’Emilia Romagna – sottoposti ai controlli funzionali da parte dei
tecnici Araer, morfologicamente perfetti e in linea con tutti i
requisiti previsti in materia di
benessere animale e stato sanitario”. “Per noi, l’occasione di ospitare la prima edizione
dell’Asta delle bovine da latte nate e allevate all’interno del
Comprensorio del Parmigiano Reggiano riveste una grande importanza – gli
fa eco Giorgio Grenzi,
presidente del Consorzio agrario di Parma che oltre ad aver messo a
disposizione le proprie strutture ha avuto un ruolo determinante
nell’organizzazione dell’evento – La provincia di Parma è la prima per
numero di capi in produzione per questa eccellenza agroalimentare.
Un’iniziativa come quella dell’Asta può dare impulso alla linea
vacca-vitello che soprattutto nelle aree di collina e montagna, oggi in
parte abbandonate dalla zootecnia, potrebbe invece ridare nuova linfa a
un comparto che per anni è stato un fondamentale presidio a tutela del
territorio”.
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