Appuntamento a Parma il 2 dicembre 2017

Al via la prima Asta di bovine nate e allevate
nel Comprensorio del Parmigiano Reggiano

13/11/2017
     
 

Anche il presidente della Regione, Stefano Bonaccini,
alla prima Asta delle bovine nate e allevate nel Comprensorio del Parmigiano Reggiano

30/11/2017

 

Il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli:
“Un contributo alla valorizzazione
del Parmigiano Reggiano”

29/11/20017 

   

Il presidente Araer, Maurizio Garlappi:
“Abbiamo risposto a un’esigenza degli allevatori”

23/11/2017

   

Prima Asta delle bovine nate e allevate
nel Comprensorio del Parmigiano Reggiano:
un evento che gli allevatori aspettavano

21/11/2017

   

La macchina organizzativa, totalmente gestita dall’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer), grazie al Consorzio Agrario di Parma sta allestendo la prima Asta delle bovine da latte nate e allevate all’interno del Comprensorio del Parmigiano Reggiano.

La data fissata per quella che si configura come una novità assoluta nel panorama regionale emiliano-romagnolo è sabato 2 dicembre 2017.

Il luogo dove si svolgerà l’Asta è il Consorzio Agrario di Parma, che per l’occasione mette a disposizione la sua struttura.

“Le modifiche apportate lo scorso anno al Disciplinare di produzione del Parmigiano Reggiano - puntualizza il direttore di Araer, Claudio Bovo – ne contemplano una in base alla quale la produzione del nostro Re dei Formaggi, in futuro, dovrà avvenire solo con latte proveniente da vacche nate e allevate all’interno del Comprensorio. Un aspetto molto importante che ci ha suggerito l’idea dell’Asta, un’iniziativa che intende contribuire alla valorizzazione degli allevamenti, offrendo agli allevatori la possibilità di acquistare solo animali iscritti al Libro genealogico, sottoposti ai controlli funzionali da parte dei tecnici Araer, morfologicamente perfetti e in linea con tutti i requisiti previsti in materia di benessere animale e stato sanitario”.

A questa prima Asta parteciperanno una trentina di capi sia di razza Frisona che Bruna: 6 vitelle; 6 manzette non gravide; 8 manze gravide (fecondate da almeno 3 mesi); 10 vacche in lattazione che abbiano una conta di cellule somatiche inferiore a 300mila. Un’altra importante caratteristica sarà quella della valorizzazione delle bovine, tutte figlie di riproduttori inseriti nel circuito della fecondazione artificiale nazionale, alimentate con mangimi non ogm.

Particolarmente rigorosa la selezione dei soggetti, che prima di essere ammessi all’Asta verranno analizzati dai tecnici Araer i quali, al termine della valutazione, esprimeranno parere favorevole o contrario alla partecipazione. Per le vacche in produzione verrà fornito agli allevatori proprietari l’elenco delle caratteristiche richieste, compresa la quantità di latte prodotto.

Le bovine che verranno battute all’Asta dovranno arrivare presso la sede del Consorzio Agrario di Parma entro le ore 17 del 1 dicembre. Lì verranno prese in consegna dai tecnici Araer che provvederanno alle operazioni di mungitura e alla successiva analisi del latte per stabilire i tenori di grasso, proteine, cellule somatiche, lattosio e inibenti. Anche la toelettatura delle bovine rappresenterà un momento molto importante e sarà curata da personale appositamente selezionato. Infine, per avvalorare sempre più il concetto di continuità e coinvolgimento delle nuove generazioni, ai ragazzi del Dairy Club verrà assegnato il ruolo di conduttori delle bovine che sfileranno davanti al pubblico e al banditore.

“In altre regioni come il Trentino Alto Adige – conclude il direttore di Araer – l’Asta delle bovine è una prassi ormai consolidata. Possiamo affermare che per noi si tratta di un esperimento in cui crediamo molto per i motivi che ho elencato prima. Confidiamo nella buona riuscita dell’iniziativa, prima tappa di un nuovo percorso pensato e realizzato, ancora una volta, a vantaggio degli associati Araer”.

Gli allevatori interessati a vendere all’Asta alcune delle bovine del loro allevamento, purchè in linea con i requisiti previsti, possono contattare i tecnici di riferimento Araer per ottenere ulteriori informazioni e avviare successivamente le procedure di partecipazione.

Al Consorzio Agrario di Parma il 2 dicembre 2017

Prima Asta delle bovine nate e allevate
nel Comprensorio del Parmigiano Reggiano:
un evento che gli allevatori aspettavano

21/11/2017

“La provincia di Parma è la prima per numero di capi in produzione per il Parmigiano Reggiano. L’occasione di ospitare la prima edizione dell’Asta delle bovine da latte nate e allevate all’interno del Comprensorio del Parmigiano Reggiano riveste per noi un ruolo di estrema importanza”.

Così  Giorgio Grenzi, presidente del Consorzio agrario  di Parma, a commento di quello che si profila come uno dei più importanti eventi zootecnici annuali dell’Emilia Romagna.

L’appuntamento con la prima Asta delle bovine da latte nate e allevate nel Comprensorio del Parmigiano Reggiano, organizzata e gestita dall’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer) è fissato per sabato 2 dicembre, presso la stalla ex Centro tori Parma del Consorzio agrario di Parma in via Jones Melvin 15, a partire dalle ore 10.

“Il Consorzio, che oltre ad ospitare l’iniziativa organizzata da Araer la patrocinerà,  ha sempre avuto una particolare attenzione per la zootecnia – sottolinea Grenzi -  anche in considerazione del fatto che nella provincia di Parma si produce il maggior numero di forme di Parmigiano Reggiano e gli allevamenti vantano un livello di innovazione e tecnologia tra i più avanzati. La nostra storia ultracentenaria ha fatto del radicamento al territorio uno dei suoi capisaldi, ma nel corso del tempo ha saputo anche evolversi e individuare quei cambiamenti fondamentali per rimanere sul mercato con proposte in grado di rispondere alle esigenze dei clienti. Ecco allora che il nostro mangimificio, capace di produrre ogni anno circa 1,5 milioni di quintali di mangimi, oggi propone una produzione totalmente non ogm ottenuta utilizzando materie prime di  esclusiva provenienza italiana. Una scelta che va nella direzione della massima salubrità e orientata a costruire una filiera totalmente italiana”.

Il Consorzio agrario di Parma vanta una base sociale molto ampia, vicina ai 4.500 soci, ed è in grado di fornire tutti i mezzi tecnici e meccanici necessari allo svolgimento dell’attività allevatoriale.

“La percezione che stiamo registrando da parte degli allevatori in queste settimane che precedono l’appuntamento del 2 dicembre – continua Grenzi – è di grande entusiasmo. Segno evidente che l’esigenza di un evento  di questo tipo c’era. E noi, come Consorzio, non possiamo che esserne contenti perché non solo la compravendita attraverso l’asta può garantire determinate caratteristiche del bestiame in tema di sanità e benessere animale oggi divenute imprescindibili, ma permette di stimolare l’aspetto economico legato alla linea vacca-vitello, puntando soprattutto a rivitalizzare con un’azione capillare e costante quelle zone di collina e montagna che sono state in parte abbandonate dalla zootecnia o rischiano di esserlo. È vero che le modifiche al Regolamento del Disciplinare di produzione del Parmigiano Reggiano devono ancora essere approvate – conclude Grenzi – ma non dimentichiamo che la decisione di trasformare il latte ottenuto solo da bovine nate e allevate all’interno del Comprensorio del Parmigiano Reggiano rappresenterà presto un obbligo che richiederà maggiori garanzie e tutele a vantaggio del consumatore”.

Intanto, oltre alla parte strettamente organizzativa dell’evento, proseguono i lavori di allestimento presso la stalla ex Centro tori del Consorzio agrario di Parma dove gli animali potranno trovare una collocazione confortevole e idonea al loro ricovero, un adeguato spazio per la loro toelettatura e un ring funzionale e ben organizzato affinchè i potenziali acquirenti possano attentamente valutare le bovine che verranno battute all’Asta.

 

Il presidente Araer, Maurizio Garlappi:

“Abbiamo risposto a un’esigenza degli allevatori”

23/11/2017

Pochi giorni ci separano  dalla prima Asta delle bovine nate e allevate nel Comprensorio del Parmigiano Reggiano, organizzata dall’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer) grazie alla disponibilità del Consorzio Agrario di Parma.

L’appuntamento infatti si terrà nella città emiliana il 2 dicembre 2017  presso la Stalla ex Centro Tori in via Jones Melvin 15, a partire dalle ore 10.

Si tratta di un’iniziativa che in Emilia Romagna non ha precedenti e che intende rispondere a una esplicita esigenza giunta proprio dagli allevatori.

“Il nostro patrimonio zootecnico è un valore che nel corso degli anni ha saputo conquistare sempre maggiore importanza – dichiara il presidente di Araer, Maurizio Garlappi – Lo dimostra in primis la qualità del latte prodotto, frutto di una selezione genetica che ha puntato tutto sulla produttività, sulla fertilità e sulla longevità del bestiame”.

Caratteristiche che hanno permesso di raggiungere traguardi importanti e che trovano nella trasformazione lattiero-casearia, Parmigiano Reggiano in primis  non a caso ritenuto il Re dei Formaggi, la loro migliore espressione.

Territorio, genetica, sanità. In vista dell’approvazione delle modifiche al Disciplinare di produzione del Parmigiano Reggiano, che prevedono l’allevamento di bovine nate e allevate all’interno del Comprensorio, l’iniziativa che sta realizzando Araer si inserisce a pieno titolo in quel progetto di innovazione e valorizzazione alla base di un processo in cui la competitività riveste un ruolo da protagonista.

“Le modifiche previste al Disciplinare di produzione del Parmigiano Reggiano – continua il presidente Araer – circoscriveranno di fatto l’allevamento delle bovine che producono latte per questa eccellenza del made in Italy ai soli confini del comprensorio, che comprendono le provincie di Parma, Reggio Emilia, Modena e in parte Bologna e Mantova dove finora, invece, ogni anno arrivano da fuori regione diverse migliaia di capi i quali, dopo un periodo di quarantena, possono entrare in produzione. Bestiame necessario anche e soprattutto alla rimonta. A questo proposito, va ricordato che le opportunità oggi esistenti grazie all’utilizzo  del seme sessato permettono di preventivare numeri fino a qualche tempo fa impensabili. Ragion per cui, raccogliendo quella che si è manifestata sempre più come un’esigenza degli allevatori, abbiamo pensato di dare avvio a un percorso per noi nuovo che è quello delle Aste, iniziativa che in altre regioni come il Trentino Alto Adige, pur avendo produzioni diverse,  è consolidato da tempo con ottimi risultati”.

Per il presidente Garlappi gli elevati livelli sanitari del bestiame in produzione per il latte destinato al Parmigiano Reggiano, uniti a una genetica di prim’ordine sono elementi che devono trovare sul territorio le risposte più appropriate perché “il nostro obiettivo è duplice – conclude – da un lato vogliamo stimolare la genetica, dall’altro creare tra gli allevamenti dei nostri soci le migliori opportunità  tra domanda e offerta, in un costante percorso di crescita professionale in cui tradizione e innovazione rinsaldino un legame comunque inscindibile”.

Le 30 bovine che parteciperanno all’Asta provengono da 9 allevamenti, gran parte dei quali sono associati alla cooperativa Copal la cui collaborazione nell’allestimento dell’iniziativa si è rivelata preziosa e fondamentale.

Il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli:

“Un contributo alla valorizzazione
del Parmigiano Reggiano”

29/11/2017

Mancano pochi giorni alla prima Asta delle Bovine nate e allevate nel Comprensorio del Parmigiano Reggiano.

Presso la Stalla ex Centro Tori del Consorzio agrario di Parma infatti, sabato prossimo 2 dicembre, a partire dalle ore 10 si terrà un appuntamento inedito nel panorama zootecnico dell’Emilia Romagna. L’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer) ha organizzato l’evento e il Consorzio Agrario, cogliendo l’importanza dell’iniziativa, ha contribuito mettendo a disposizione le proprie strutture.

Una trentina i capi, di razza Frisona e Bruna, che verranno battuti all’Asta. Tutti provengono da 10 allevamenti in gran parte associati alla cooperativa Copal che ha fornito un importante contributo all’allestimento dell’evento.

Nel dettaglio, le bovine che verranno battute all’Asta saranno  3 vitelle; 7 manzette non gravide; 5 manze gravide (fecondate da almeno 3 mesi); 15 vacche in lattazione che abbiano una conta di cellule somatiche inferiore a 300mila.

La selezione degli animali è stata particolarmente rigorosa ed è stata condotta dai tecnici Araer in base al Regolamento dell’Asta, peraltro consultabile su questo sito.

Come ha ricordato il presidente dell’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna, Maurizio Garlappi, l’Asta delle bovine nate e allevate nel Comprensorio del Parmigiano Reggiano non rappresenta solo un’esigenza manifestata dagli associati, ma risponde pienamente a quanto prevedono le modifiche al Disciplinare di produzione del nostro più importante formaggio a pasta dura, attualmente in attesa di essere approvate: esse riguardano infatti l’utilizzo di latte ottenuto solo da bovine nate e allevate all’interno del Comprensorio.

Anche per il Consorzio del Parmigiano Reggiano, dunque, l’Asta organizzata da Araer riveste un ruolo di indubbia importanza. Ce lo conferma il presidente, Nicola Bertinelli.

“Guardiamo a questa iniziativa come a un evento molto positivo – afferma il numero uno del Consorzio del Parmigiano Reggiano – l’Assemblea del Consorzio ha recentemente votato a larghissima maggioranza, oltre il 95%, la proposta di modifica del Disciplinare che prevede l’obbligo di avere nella filiera del Parmigiano Reggiano solo vacche nate e allevate all’interno del Comprensorio. Servirà ancora tempo, almeno un anno e mezzo, per ottenere l’approvazione definitiva di tale modifica. Tuttavia l’iniziativa dell’Asta rappresenta un elemento anticipatore che può aiutare a creare attenzione e consapevolezza nella filiera su un tema molto sentito anche dai consumatori”.

Bertinelli è inoltre convinto che un’iniziativa come l’Asta possa contribuire a una maggiore valorizzazione del Parmigiano Reggiano. “Certo – sottolinea – Già oltre il 95% della produzione deriva da bovine nate e allevate all’interno del Comprensorio, il passaggio al 100% permetterà di comunicare con grande efficacia il legame unico con il territorio che tanti altri formaggi sostitutivi del Parmigiano Reggiano non hanno e non possono immaginare di avere: una premessa che è già un’ulteriore valorizzazione del prodotto.  Il percorso di modifica del Disciplinare sarà autonomo – conclude Bertinelli – Tuttavia le iniziative come l’Asta, che puntano a dare il giusto valore alla scelta delle bovine nate e allevate all’interno del Comprensorio, può aiutare allevatori e caseifici a tradurre questa scelta in opportunità di impresa”.

Anche il presidente della Regione, Stefano Bonaccini,
alla prima Asta delle bovine nate e allevate nel
Comprensorio del Parmigiano Reggiano

30/11/2017

Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, interverrà alla prima edizione dell’Asta delle bovine nate e allevate nel Comprensorio del Parmigiano Reggiano che si terrà sabato 2 dicembre, a partire dalle ore 10, presso la Stalla ex Centro Tori del Consorzio agrario di Parma, in via Jones Malvin 15.

L’iniziativa, che per il comparto zootecnico regionale rappresenta una novità assoluta, è stata organizzata dall’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer) in collaborazione con il Consorzio agrario di Parma, che intuendone l’importanza ha messo a disposizione per l’occasione le sue strutture.

Trenta le bovine, di razza Frisona e Bruna,  che verranno battute all’Asta provenienti da una decina di allevamenti perlopiù associati alla cooperativa Copal.

Per il presidente Araer, Maurizio Garlappi, l’Asta delle bovine nate e allevate all’interno del Comprensorio del Parmigiano Reggiano risponde a un’esigenza degli allevatori anche in vista dell’approvazione delle modifiche al Disciplinare di produzione del nostro Re dei formaggi. Modifiche che, una volta approvate,  prevederanno che il latte da cui ottenere il Parmigiano Reggiano dovrà provenire solo da vacche nate e allevate all’interno del Comprensorio, vale a dire le province di Parma, Reggio Emilia, Modena, sponda sinistra del fiume Reno per la provincia di Bologna e sponda destra del fiume Po per quella di Mantova.

“Il nostro è un duplice obiettivo – sottolinea Garlappi – da un lato vogliamo stimolare la genetica del nostro bestiame, dall’altro creare negli allevamenti dei nostri associati le migliori opportunità tra domanda e offerta per arrivare a garantire i più elevati standard di rimonta”.

Un’iniziativa, quella dell’Asta, che il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli, giudica molto positiva e in grado di aiutare allevatori e caseifici a tradurla in opportunità di impresa “perché riuscire ad ottenere il 100% di bovine in produzione nate e allevate all’interno del Comprensorio – dichiara – permetterà di comunicare con notevole efficacia il legame unico con il territorio che tanti altri formaggi sostitutivi del Parmigiano Reggiano non hanno e non possono immaginare di avere, confermando in questo modo un’ulteriore valorizzazione del prodotto”.

“Attraverso lo strumento dell’Asta gli allevatori hanno la possibilità di acquistare solo animali iscritti al Libro genealogico – sottolinea Claudio Bovo, direttore dell’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna – sottoposti ai controlli funzionali da parte dei tecnici Araer, morfologicamente perfetti e in linea con tutti i requisiti previsti in materia di benessere animale e stato sanitario”.

“Per noi, l’occasione di ospitare la prima edizione dell’Asta delle bovine da latte nate e allevate all’interno del Comprensorio del Parmigiano Reggiano riveste una grande importanza – gli fa eco Giorgio Grenzi, presidente del Consorzio agrario di Parma che oltre ad aver messo a disposizione le proprie strutture ha avuto un ruolo determinante nell’organizzazione dell’evento – La provincia di Parma è la prima per numero di capi in produzione per questa eccellenza agroalimentare. Un’iniziativa come quella dell’Asta può dare impulso alla linea vacca-vitello che soprattutto nelle aree di collina e montagna, oggi in parte abbandonate dalla zootecnia, potrebbe invece ridare nuova linfa a un comparto che per anni è stato un fondamentale presidio a tutela del territorio”.